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sabato 31 gennaio 2009

Il nostro primo libro con fumetti


Uploaded on authorSTREAM by marymg

Per leggere le storie visualizzare a tutto schermo

( cliccare sul rettangolino in basso a destra sul video ,

cliccare di nuovo per tornare al blog),

ad un certo punto apparirà un fumetto ,

nelle favole se attendete i personaggi si animeranno.

BUONA VISIONE E LETTURA!

giovedì 29 gennaio 2009

DOLCI DI CARNEVALE IN SARDEGNA

Ma che si mangia in Sardegna a Carnevale?
sicuramente...
Zippulas
Durante le feste di carnevale non c'è paese in Sardegna ove non siano presenti le zeppole, queste deliziose frittelle a base di zafferano.
Ingredienti:
1 kg di farina
300 g di patate lesse
50 g di lievito
5 uova
1 buccia d'arancia ed 1 di limone grattugiate
il succo di 4 arance
100 ml di latte tiepido in cui sciogliere il lievito
50 cl di acquavite sarda (abbardente o fil' 'e ferru)
300 cl di malvasia o vernaccia (oppure vermout)
50 cl di liquore d'anice o sambuca
un pizzico di zafferano sciolto nell'acqua tiepida
sale q.b.
olio extra-vergine di oliva per friggere q.b.
zucchero da spolverizzare q.b. Preparazione:
Impastare in una terrina la farina, le patate, le uova, il sale, la buccia di limone e quella d'arancia, in modo da ottenere un composto ben sodo, aggiungendo eventualmente un po' d'acqua se risultasse troppo duro.
Quando l'impasto è ben liscio, continuare la lavorazione, aggiungendo pian piano tutti gli altri ingredienti (succo d'arancia, acquavite, malvasia, sambuca, zafferano) a piccole dosi, alternandoli l'uno con l'altro.
Alla fine, incorporare il lievito sciolto nel latte tiepido e continuare a lavorare la pasta fino a quando risulta morbidissima e ben elastica.
Lasciare lievitare l'impasto, coperto da un panno, in un ambiente tiepido, per circa un'ora e mezza, sin quando si raddoppia il volume.
Friggere le zippulas nell'olio, che deve essere abbondante e ben caldo. Per buttarle nell'olio fare in uno dei seguenti modi:
con le mani bagnate nell'acqua, formare dei bastoncini di pasta del diametro di un dito, sovrapporne le estremità e friggere le ciambelle ottenute;
sempre con le mani bagnate, prendere delle noci di pasta, farvi un buco al centro ed allargarlo facendo roteare le zeppole intorno alle dita (sanno farlo bene solo le massaie esperte); ottenuta la giusta dimensione, metterle a friggere;
far passare la pasta attraverso un imbuto a bocca larga, in modo da formare delle lunghe frittelle a forma di spirale, e friggerle così.
Lasciare che tornino a galla, girarle, toglierle dal fuoco quando sono ben dorate e lasciarle sgocciolare.
Servirle ben calde spolverizzate di zucchero.


Ecco altri dolcetti che potrete realizzare con le vostre mani,
queste ricette sono su
http://www.sardinyarelax.it/dolci_di_carnevale.htm
BRUNNIOLUS DELLA SARDEGNA
ZEPPOLE DI SARDEGNA
ZEPPOLE SARDE
FRITTELLE DELLA SARDEGNA
MERAVIGLIAS DI SARDEGNA
PASTARELLE VIP
INTRIGOLI DI CARNEVALE
Se non gradite i dolci ,ecco qualcosa di salato!

CHIACCHIERE SALATE
Ingredienti:(per 4 persone) -250 gr. di farina, un tuorlo, 2 cucchiai di olio d'oliva, un pizzico di bicarbonato, 200 gr di salame, 100gr di prosciutto crudo affettato, 100 gr di pancetta, olio per friggere.
Riunite in una terrina la farina con un po di sale, il bicarbonato, l'olio, il tuorlo, e 1,5 di acqua fredda, impastate fino ad ottenere una pasta omogenea e fatela riposare per 40 minuti avvolta in un foglio di pellicola per alimenti. Dividete la pasta in piccole parti, stendetela con il mattarello e con queste ricavate dei rettangoli. Fate tre tagli paralleli nel centro di ogni rettangolo, scaldate abbondante olio per friggere nell'apposita padella e cuocetevi le chiacchere per pochi minuti finchè avranno un bel colore dorato. Scolate le chiacchere, mettetele su un piatto con carta da cucina poi una volta tolto l'olio in eccesso servitele con affettati misti disposti in un piatto.
BUON APPETITO !

DOLCI DI CARNEVALE



OGGI A SCUOLA è ARRIVATO UN VASSOIO COLMO DI
dolci di carnevale:
NATURALMENTE CI è VENUTA VOLGLIA DI RIPETERE L'ESPERIENZA!

Intanto abbiamo raccolto alcune ricette di dolci di carnevale preparati in Italia,
ecco un assaggio!
Ricette su
Fonte: http://www.buttalapasta.it/tag/ricette-carnevale/
Le chiacchiere sono semplicemente frittelle di sfoglia sottile, fritte e spolverate di zucchero. A seconda della regione vengono chiamate chiacchiere (Campania), bugie (Piemonte, Liguria), lattughe, crostoli, galani (Veneto), sfrappole (Emilia Romagna), frappe (Marche), cenci (Toscana)

Chiacchiere all’arancia

Ricetta chiacchiere della Campania
Ricetta “castagnole” del Carnevale del Lazio e Romagna

Ricetta fritole del Carnevale veneziano
Ricetta “bocconotti”, dolci di carnevale pugliesi

della Basilicata, Campania, Calabria e Puglia
Ricetta “grostoli”, tipici del Carnevale del Trentino

martedì 27 gennaio 2009

Solo POCHE parole




PACE

LAVORATE SULLA PACE
OGGI
E TUTTI I GIORNI
CHE SEGUONO.
COSI'
NON SI POTRA'
DIMENTICARE.
(Mira)

lunedì 26 gennaio 2009

Visita alla Chiesa di San Giuseppe (Monte Attu- Tortoli')

Oggi siamo stati alla Chiesa di San Giuseppe (Monte Attu- Tortoli')
e ci siamo divertiti molto, sia perchè siamo stati sullo scuolabus,sia perchè abbiamo incontrato le terze della centrale ,classi di provenienza di Alice e Mario,i quali erano naturalmente felici di rivedere i loro ex compagni di scuola e le loro maestre.
La Chiesa ci è stata presentata da don Delussu e dalla prof. Franca Mascia:
il primo si è occupato della descrizione della chiesa , la seconda della sua storia.
La chiesa è moderna ma molto elegante e particolare:
si presenta molto ampia e da qualsiasi suo angolo è visibile il presbiterio;
le pareti sono adornate da mosaici realizzati a Firenze che rappresentano la Via Crucis;
le vetrate realizzate sempre dalla ditta fiorentina sono dense di simbologia cattolica.
In particolare la vetrata del presbiterio riproduce spighe,uva,sole e colombe,mentre al di sotto si tova il mosaico "Sacra Famiglia" e al di sopra il crocefisso realizzato dal prof. Spatara.
Ai lati del presbiterio le vetrate rappresentano i Quattro Evangelisti, due per lato ,
e susseguenti la vetrata della Madonna da un lato e San Giuseppe dall'altro.
Sopra l'entrata principale la vetrata rappresenta il Cenacolo, mentre quelle
sopra l'entrata secondaria riportano le Quattro Virtù; le altre rappresentano i sette Sacramenti.
Le uniche due statue , della Madonna e di San Giuseppe ,dono in legno e sono state realizzate ad Ortisei.
Dopo aver ammirato queste particolarità il sacerdote ci ha regalato un santino di San Giuseppe e ci ha invitati a recitare insieme le preghiere scritte sul retro;
dopo aver ringraziato i relatori siamo usciti veramente felici per l'esperienza che abbiamo vissuto.
A scuola abbiamo poi disegnato Quanto più ci ha individualmente interessato.
Vi proponiamo una slideshow della nostra uscita didattica che consigliamo ad altre scolaresche.

domenica 25 gennaio 2009

Il 27 gennaio: Shoah e il giorno della memoria , ANGELA MERICI,MOZART,VERDI E VERGA

fonte http://www.successeoggi.it/gennaio_27.php








OGGI NELLA STORIA
27 gennaio: Abbattimento cancelli Auschwitz
Abbattimento cancelli Auschwitz
27 gennaio 1945
Auschwitz (Oswiecim) - Polonia
(A cura di A. Fleres)
Nel pomeriggio del 27 gennaio 1945, le truppe sovietiche della Prima Armata del Fronte Ucraino, al comando dal maresciallo Koniev, abbatterono i cancelli del campo di concentramento nazista di Auschwitz liberando così i pochi superstiti (di quel campo) del genocidio praticato dal 1940 al 1945 ad opera dei nazisti principalmente sul popolo ebreo ma anche su altre minoranze etniche e su militari e scomodi personaggi politici. La Repubblica italiana, il 20 luglio 2000, proclamò il 27 gennaio giornata della memoria: Art. 1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

giovedì 22 gennaio 2009

mercoledì 21 gennaio 2009

Il Papa su You tube

Fonte: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=321756 di Andrea Tornielli
Roma .Benedetto XVI sbarca su YouTube grazie a un accordo tra la Santa Sede e Google, il più usato motore di ricerca sul web: discorsi, omelie e interventi del Pontefice potranno essere visti via Internet attraverso un apposito canale dedicato. Sempre meno mediazioni giornalistiche, sempre più informazione diretta offerta a coloro che vogliono accostarsi al mondo d’Oltretevere.L’iniziativa, promossa dal Centro televisivo vaticano e dalla Radio Vaticana, sarà annunciata venerdì prossimo, in occasione della presentazione del messaggio del Papa per la 43° Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Ad illustrarla ci saranno l’arcivescovo Claudio Maria Celli e monsignor Paul Tighe, rispettivamente presidente e segretario del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, padre Federico Lombardi, direttore della Radio Vaticana, del Ctv della Sala Stampa della Santa Sede, insieme ad Henrique de Castro, direttore esecutivo delle «soluzioni media» di Google.La collaborazione con Google dovrebbe prevedere l’allestimento di un vero e proprio canale con brevi filmati e news curati dal Centro televisivo vaticano, e la possibilità di trovare attraverso Google testi e documenti in modo ordinato. Oggi invece la ricerca delle parole «Papa» e «Vaticano» sul più usato motore di ricerca mondiale offre rispettivamente 102 milioni e 14 milioni 900mila risultati. Nel primo caso in vetta c’è Wikipedia seguita ad appena cinque posizioni da «nonenciclopedia.wikia» che descrive Ratzinger testualmente come «un vecchietto a capo di tutti i fondamentalisti cattolici», mentre nel secondo caso l’enciclopedia telematica è al terzo posto, seguita da due video significativamente intitolati «Il Vaticano veste Prada» e «Satana in Vaticano» e non propriamente equanimi verso la Santa Sede.Secondo il cliccatissimo blog «Paparatzinger», divenuto punto di riferimento informativo per quanto riguarda Benedetto XVI grazie all’attento lavoro di monitoraggio sulla copertura mediatica dell’attività papale, il bilancio è «fortemente negativo». Nell’anno appena concluso si è accusato il Pontefice di tutto, attribuendogli responsabilità dal caso di Eluana Englaro fino alla questione della depenalizzazione dell’omosessualità. Spesso vengono attribuite a Ratzinger affermazioni espresse da altri prelati, e in molti casi a prevalere sono semplificazioni e pregiudizi. Come nel caso della mancata visita alla Sapienza, nel gennaio 2008, quando i docenti hanno contestato il Pontefice attribuendogli una citazione – presa da Wikipedia – che invece era di Paul Feyerabend. Grazie all’accordo con Google, insomma, dovrebbe essere più facile, per chi è interessato ad attingere alle fonti dirette.Del resto proprio l’uso di Internet e la possibilità offerta dalle nuove tecnologie è il tema del messaggio papale di quest’anno, intitolato «Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia». Su questo la Chiesa italiana si mobilita. Si svolgerà a partire da domani a Roma il convegno «Chiesa in rete 2.0» promosso dall’ufficio per le comunicazioni sociali e dal servizio informatico della Cei. «Nell’era di Internet e dei social network non possono mancare le condizioni affinché il servizio alle diocesi e alle parrocchie possa meglio svolgersi con la conoscenza e con l’uso corretto delle nuove tecnologie, che non introducono solo un metodo di lavoro, ma incidono sulla mentalità e sul costume delle persone» spiega don Domenico Pompili, portavoce della Conferenza episcopale italiana. Mentre il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, che su YouTube è già sbarcato da tempo, interverrà sabato 24 gennaio a un convegno presso il Circolo della stampa, dedicato al «giornalismo in tempo di Internet», insieme al direttore del Sole 24Ore Ferruccio De Bortoli e del Tg1 Gianni Riotta, per interrogarsi su come stia cambiando la professione del comunicatore.

27-01-1945 /27-01-2009 SHOAH : IL GIORNO DELLA MEMORIA ,PER NON DIMENTICARE


Ogni anno il 27 gennaio si dedica alla memoria della sofferenza di tanti uomini, donne e bambini che siano o no sopravvissuti a quel grande affronto alla dignità umana che fu la deportazione nei campi di sterminio.
Noi non sappiamo quale sia il modo giusto per affrontare il discorso con i bambini , ma vogliamo comunque ricordare ,attraverso la lettura di alcune tra le poesie nate proprio in quel luogo di dolore, affinchè tutti siamo consapevoli del fatto che in futuro si debba evitare un tale scempio.
Ricordare che è compito di ciascuno di noi promuovere iniziative per la PACE.


SE QUESTO E' UN UOMO
Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case;

Voi che trovate tornando la sera

Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce la pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un sì e per un no
Considerate se questa è una donna

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d'inverno:
Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole:

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli:

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri cari torcano il viso da voi.
Primo Levi


Prima vennero per gli ebrei
" Prima vennero per gli ebrei

e io non dissi nulla

perchénon ero ebreo.

Poi vennero per i comunisti

e io non dissi nulla

perchénon ero comunista.

Poi vennero per i sindacalisti

e io non dissi nulla

perché non ero sindacalista.

Poi vennero a prendere me.

E non era rimasto più nessuno

che potesse dire qualcosa."
Martin Niemoeller



È piccolo il giardino

profumato di rose,

è stretto il sentiero

dove corre il bambino:

un bambino grazioso

come il bocciolo che si apre:

quando il bocciolo si aprirà

il bambino non ci sarà.

Franta Brass, nato a Brno il 14.9.1930morto ad Auschwitz il 28.10.1944

La farfalla

L’ultima, proprio l’ultima,

di un giallo così intenso, così

assolutamente giallo,

come una lacrima di sole

quando cade

sopra una roccia bianca

- così gialla, così gialla!

-l’ultima,volava in alto leggera

aleggiava sicura

per baciare il suo ultimo mondo.

Tra qualche giorno

sarà la mia settima settimana di ghetto...

Ma qui non ho visto nessuna farfalla.

Quella dell’altra volta fu l’ultima:

le farfalle non vivono nel ghetto.

Pavel Friedmann, da Vedem, 4.6.1942



Una macchia di sporco

dentro sudicie mura

e tutt’attorno il filo spinato

30.000 ci dormono...

Sono stato bambino tre anni fa.

Allora sognavo altri mondi.

Ora non sono più un bambino,

ho visto gli incendi

e troppo presto sono diventato grande.

Ho conosciuto la paura,

le parole di sangue, i giorni assassinati...

Alla luce di una candela m’addormento

forse per capire un giorno

che io ero una ben piccola cosa,

piccola come il coro dei 30.000,

come la loro vita che dorme

laggiù nei campi, che dorme

e si sveglierà,aprirà gli occhi

e per non vedere troppo

si lascerà riprendere dal sonno...

Hanus Hachenburg, da Vedem, settembre 1944



Non cresce più l’erba ad Aushwitz,

non una spiga di grano

rigogliosa nel suo essere.

Batte la pioggia eterna,

fredda, inesorabile

sulla ruggine dei pali

sui grovigli di ferro dei recinti

lungo la pianura nordica.

Gela la Vistola

e gela il nostro animo

al cospetto della morte,

la terra sterile non accoglie più

i semi fecondi

che le porgono a piene mani.

Ecco il macabro spettacolo

dinanzi ai nostri occhi inorriditi.

Come può un uomo essere spogliato,

deriso, marchiato;

come una donna essere umiliata,

sfruttata, ingannata.

Non hanno più la forza di ricordare

i reduci di Aushwitz:

una ferita profonda solca i loro cuori,

acqua e sangue scorrono nel vuoto.

Non cresce più un fiore

in questa terra maledetta,

nessuna colomba di pace

sbatte le sue candide ali

né si posa sugli aridi rami.

Vinta dall’esito di tanto orrore

mi prostro in ginocchio piangendo

per i nostri fratelli Abele

crocifissi e dissolti nel vento …

mille poi mille ancora,

sei milioni di Ebrei massacrati…

Aleggia lo spettro di un incubo

perenne nel silenzio dei loro occhi,

gridano al loro Dio:

"Quando tutto ciò avrà fine?"

. Mi unisco alla loro preghiera,

una lacrima fende il mio viso

come una lama tagliente,

la nostra carne grida ancora vendetta,

inspiro l’aria satura di piombo.

Il mio animo sussulta

e un fremito d’orrore mi coglie:

nei Balcani, in Cambogia, in Ruanda

si continua a crocifiggere.

Perdono per quanti hanno ucciso anche la Speranza:

non sapevano quel che facevano.

Anna Maria

martedì 20 gennaio 2009

20 Gennaio 2009 Il primo toccante discorso di Obama


Obama ha prestato giuramento e da oggi è il 44° Presidente degli Stati Uniti.

He said "Yes we can.God bless you, God bless United States of America".

Regoliamoci in mensa!





Ed ecco come si realizzano i lavoretti allegati a "Educazione alimentare":

-si ritagliano nel cartoncino colorato grosse forme di stoviglie

-se ne decorano i bordi

-si incolla al centro un piatto di plastica colorato

-sul piatto si incolla la regola

-si fissa in alto un piccolo spago come appendino

-si posizionano in mensa e...si rispettano le regole!

Noi ci siamo divertiti molto, ma già stiamo preparando i lavoretti per carnevale.

A presto dalla terza di Zinnias.

domenica 18 gennaio 2009

Compleanni in terza

Il 18 gennaio ben due alunni della nostra classe festeggiano il compleanno,

perciò l'evento va ricordato ; così, da maestra Marina ad entrambi

AUGURI Francesca e Mattia, BUON COMPLEANNO!

venerdì 16 gennaio 2009

A nonno Antonio nel giorno del suo compleanno

DOMO MEA - Tazenda feat. Eros Ramazzotti
Co…mmo deo So innoe
Oe eo Soe chene-ene ribos
Antigos ‘spiritos, umbras… Parent chi benint a mie
Ti cherzo donare su sambene
E’ la vita mia Ti cherzo leare, oh…
E t’amo, e t’amo
Ses sa vida mea
Ogni cosa tua E t’amo, e t’amo, oh…
Arcanos libros in domo mea
Sento le parole tue
Ti cherzo donare su sambene
E’ la vita mia
Ti cherzo ninnare, oh… E t’amo, e t’amo
Ses sa vida mea
Ogni nota tua E t’amo, e t’amo, oh… Anche se non è più casa mia Sento le tue melodie
Ponemila un’idea in sa manu, in su coro Ti cherzo donare su sambene
Ses sa vida mea Ti cherzo ninnare, oh…
E t’amo, e t’amo Ses sa vida mea Ses sa vida mea (Eros e Beppe) E t’amo, e t’amo, oh… Arcanos libros in domo mia Sento le parole tue Co...mmo deo So…li noi Oh eh, eh oh

puoi ascoltare la canzone su musica in limba nella barra a sinistra

La leggenda di Sant'Antonio

fonte:http://tuttogiadetto.splinder.com/post/4632423/Sant
Sant'Antonio e il fuoco agli uomini
In Sardegna, nel Logudoro, si racconta questa leggenda.
Una volta nel mondo non c'era il fuoco. Gli uomini avevano freddo ed andarono da Sant'Antonio, che stava nel deserto, per implorarlo perchè facesse qualcosa per loro. Sant'Antonio ebbe compassione e siccome il fuoco era all'inferno, decise di andare a prenderlo.
Col suo porchetto e col suo bastone di férula, Sant' Antonio si presentò, dunque, alla porta dell'inferno e bussò: - Apritemi! Ho freddo e mi voglio riscaldare. I diavoli alla porta videro subito che quello non era un peccatore, ma un Santo e dissero: - No, no! Ti abbiamo riconosciuto! Non ti apriamo. Se vuoi lasciamo entrare il porchetto, ma te proprio no.
E così il porchetto entrò.
Ma appena dentro, l'animale si mise a scorrazzare con una tale furia da mettere lo scompiglio ovunque, tanto che i diavoli, ad un certo punto, non ne poterono proprio più. Finirono perciò per rivolgersi al Santo, che era rimasto fuori dalla porta.- Quel tuo porco maledetto ci mette tutto in disordine! Vientelo a riprendere.
Sant'Antonio entrò nell' inferno, toccò il porchetto col suo bastone e quello se ne stette subito quieto. - Visto che ci sono, - disse Sant'Antonio, - mi siedo un momento per scaldarmi. E si sedette su un sacco di sughero, proprio sul passaggio dei diavoli. Infatti, ogni tanto, davanti a lui ne passava uno di corsa. E Sant'Antonio, col suo bastone di fèrula, giù una legnata sulla schiena! Ad un certo punto i diavoli, arrabbiati, esclamarono: - Questi scherzi non ci piacciono. Adesso ti bruciamo il bastone. Glielo strapparono di mano e ne fìccarono la punta tra le fiamme.
Il porco, in quel momento, ricominciò a buttare all'aria tutto: cataste di legna, uncini, torce e tridenti. E i diavoli avevano un bel da fare a mettere a posto. Non ci riuscivano e non riuscivano neppure ad acchiappare quel... diavolo di porchetto. - Se volete che lo faccia star buono, - disse Sant'Antonio, - dovete ridarmi il mio bastone. Glielo restituirono ed il porchetto stette subito buono.
Ma il bastone era di fèrula ed il legno di fèrula ha il midollo spugnoso. Se una scintilla entra nel midollo questo continua a bruciare di nascosto, senza che di fuori si veda. Così i diavoli non si accorsero che Sant'Antonio aveva il fuoco nel bastone.
Quando il Santo se ne uscì, i diavoli tirarono un sospiro di sollievo. Appena fu fuori, Sant'Antonio alzò il bastone con la punta infuocata e la girò intorno, facendo volare le scintille, come dando la benedizione. E cantò: - Fuoco, fuoco, per ogni loco; fuoco per tutto il mondo fuoco giocondo!
Da quel momento, con grande contentezza degli uomini, ci fu il fuoco sulla Terra e Sant'Antonio tornò nel suo deserto a pregare.

La festa in onore di Sant'Antonio abate cade il 17 gennaio



La festa in onore di Sant'Antonio abate cade il 17 gennaio, giorno della sua morte.
Secondo la tradizione a Girasole si allestisce il caratteristico“fogoroni”, si accende in pratica un grande fuoco in piazza (le fiamme bruciando scatenano energie positive che distruggono il male e sconfiggono la paura, e annunciano il passaggio dal buio delle giornate invernali alla luce della rinascita primaverile.Ogni anno, il 17 gennaio, rivive uno dei più sentiti riti del mondo contadino, che un tempo dall'inclinazione delle fiamme traeva presagi sull'andamento dell'annata agricola, e non mancava di far benedire le stalle e gli animali da cortile di cui il santo, spesso raffigurato con il fuoco e un porcellino accanto, è protettore .fonte:
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=321345) con la benedizione del parroco,si prepara il tipico piatto chiamato “fa’ cun lardu” e cogliendo la cenere con le mani si imbratta il viso dei partecipanti; l'evento segna l'apertura dei festeggiamenti del Carnevale .

Al termine di questo articolo si propone la visione di un filmato del Comune di Esterzili,

http://www.comune.esterzili.ca.it/

paese in cui la scrivente trova le sue radici, per capire la magia che sprigiona questo evento .
Proponiamo una preghiera speciale e cogliamo l'occasione per augurare Buon onomastico a tutti gli Antonio del mondo.

Fonte : http://www.carosantantonio.it/ita/home.asp
Si quaeris

Questa preghiera di lode - o responsorio - in onore di Sant'Antonio fu composta da fra Giuliano da Spira. Il responsorio fa parte dell'Officium rhythmicum s. Antonii, che risale al 1233, due anni dopo la morte del Santo. E' cantato nella Basilica di Sant'Antonio a Padova e, ogni martedì, in molte chiese nel mondo intero.

Se cerchi i miracoli, ecco messi in fuga la morte, l’errore, le calamità e il demonio; ecco gli ammalati divenir sani.
Il mare si calma, le catene si spezzano; i giovani e i vecchi chiedono e ritrovano la sanità e le cose perdute
S’allontanano i pericoli, scompaiono le necessità: lo attesti chi ha sperimentato la protezione del Santo di Padova.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Educazione alimentare


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giovedì 15 gennaio 2009

Al lavoro come piccoli paleontologi



Oggi in classe abbiamo effettuato le prove tecniche per la riproduzione di FOSSILI




ECCO IL RISULTATO.

Poesie e filastrocche sull'inverno e disegni da colorare


Marino Moretti -La neve

ll bimbo guarda alla finestra i fiocchi
taciti, ch'empion turbinando l'aria,
guarda la strada bianca e solitaria,
che non ha che un ombrello e due marmocchi.
E guarda la casina dirimpetto,
che è agghiacciata dal vento e dalla bruma,
ma che pur nel silenzio freddo fuma
con la pipa del suo comignoletto.
Sorride il bimbo nel suo caldo covo,
ed è stupito perchè i fiocchi,
a un tratto,d'un paesello nero e vecchio han fatto
un paesello tutto bianco e nuovo.


Renzo Pezzani -La neve
Viveva in una nuvola
come una gatta in soffitta:
stanotte, zitta zitta
la neve è caduta giù.
Cosa diranno i bambini
a vederla, già morta
sui gradini della porta.
come un povero caduto lì?
Aveva freddo e nessuno gli aprì.


L. Galli -Freddo
Muta il cielo
muta il vento.
Sono tutti un sol tremore
gli alberelli
miserelli.
Dalla grande nube oscura
ora vien la tramontana
C'è per tutta la campagna
il silenzio e lo squallore.
Gli insettucci, ad uno ad uno,
son spariti sotto terra.
LE formiche hanno sbarrato
il portone ai formicai.
Fin la talpa s'è rinchiusa
disturbata un pochettino
dal buon tasso, suo vicino,
suo compagno di ritiro
che, in pelliccia giallo-scura,
tondo tondo,grasso grasso,
russa russa
come un ghiro.


Roberto Piumini, Lucia Castelli, Giovanni Caviezel- Bella è la neve bianca
Bella è la neve bianca,
meraviglioso gioco:
ma non se il tetto manca, ma non se manca il fuoco.
Avventuroso è il vento,
per vele ed aquiloni:
ma non se il fuoco è spento,
o rotti gli scarponi.
Le stelle su nel cielo,
che visione stupenda:
ma non se sei nel gelo,
e dormi in una tenda.

Gianni Rodari -Il gatto inverno
Ai vetri della scuola stamattina
l'inverno strofina lo sua schiena nuvolosa
come un vecchio gatto grigio:
con la nebbia fa i giochi di prestigio,
le case fa sparire e ricomparire,
con le zampe di neve imbianca il suolo
e per coda ha un ghiacciolo...
Sì signora maestra,
mi sono un po' distratto:
ma per forza, con quel gatto
con l'inverno alla finestra
che mi ruba i pensierie
se li porta in slitta
per allegri sentieri.

Gianni Rodari -Primo gelo

Filastrocca del primo gelo
gela la neve caduta dal cielo,
gela l'acqua del rubinetto,
gela il fiore nel suo vasetto,
gela la coda del cavallo,
gela la coda,
gela la statua sul piedistallo.

Gianni Rodari -L'omino di neve
L'omino di neve,
guardate che caso,
non ha più naso.
Vorrei imitare
questo paese
adagiato
nel suo camice
di neve.
e ha solo un orecchio:
in un giorno di sole
è diventato vecchio!
Chi gli ha rubato un piede?
È stato il gatto,
bestia senza tatto.
Per un chicco di
gallina gli becca una mano.
Infine, per far festa,
i bambini gli tagliano la testa.

Corrado Govoni-L'acquazzone
Di nubi grige a un tratto il ciel fu sporco;
e il tuono brontolò con voce d'orco.
Si cacciò avanti, lungo lo stradone,
carta, foglie ed uccelli il polverone.

Grazia Deledda-Le nubi
Vagavano in lenta processione, bianche come
spuma lattea, gonfie, bislunghe, ricciute,
ondulate e dalle forme piu strane.
Alcune, piu basse,
annaspavano i loro fiocchi attorno alle guglie
rocciose; alte, superbe, bianche come la neve;
navigavano sull'azzurro inseguite da un corteo di
nembi e di cirri; altre ancora, più sottili e trasparenti,
parevano lembi di garza leggera o fiocchi di
bambagia cardata dal vento.

Giuseppe Fanciulli -Piove
Piove, e sembra un gran pianto del cielo.
L'asfalto delle strade cittadine luccica; e luccicano
gli ombrelli, i cappucci dei cappotti impermeabili.
Nei campi, i fossi gonfi di acqua borbottano.
I fiumi corrono limacciosi in piena e portano
innanzi quanto hanno rapinato dalle prode.
Le case quasi spariscono tra i veli della pioggia,
tra i vapori che salgono dalla terra e
lentamente vanno a confondersi con le nuvole bigie.

Luigi Ruber-Comignoli freddolosi
Or che la neve ha coperto
d'un manto i campi e i prati,
i comignoli sul tetto deserto
sono contenti di stare aggruppati.
L'uno all'altro vicini,
si sussurrano parole di attesa;
aspettano che giù nei caminiun
un po' di legna venga accesa.
E, quando una nuvoletta
di fumo s'alza e si accinge a volare,
sospirano: «Va'! Cerca in frettala primavera,
e falla tornare! »

Ignazio Drago-Canzonetta del freddo
Stasera pure il vento
si vorrebbe scaldare
implora il suo lamento
ad ogni casolare.
Non ho più fiato
per proseguire:
sono freddo gelato,
mi pare di morire;
svegliate il fuoco
che mi riscaldi un poco.
La fontanella ch'è rimasta sola
a recitar la filastrocca
in mezzo alla piazzola
si sente la parola
gelare sulla bocca.
Se il fuoco è spento
e pure il vento
di freddo geme,
la fontanella teme
per quella cosa viva
ch'è la sua acqua sorgiva.
Balbetta
dalla paura stretta
con voce piana
più piana,
lontana.
E poi rimane zitta e sola
con uno zipolo di ghiaccio in gola.

F. De Pisis: Come faranno le vecchine...
Nel gran silenzio bianco della neve,
soffice coltre sulla terra nuda,
dolce il suono delle campane
delle prime messe.
Come faranno a uscire le vecchine?
La neve ha fermato le porte.
Accendono un lumino
accanto al letto bianco,
s'avviano ,portate dal lor angelo custode
e dalla loro semplice fede.
Dammi il cuore degli umili o Signore!

mercoledì 14 gennaio 2009

Sant'Antonio e San Valentino:disegni da colorare

San ValentinoSant'Antonio abate.


Tra un mese esatto saremo conquistati da San Valentino.
Contemporaneamente saremo rapiti dal Carnevale...
chi aveva detto che le feste son finite dovrà ricredersi.

Eppur si festeggia! Lavoretti per Valentine's day.








Vi proponiamo alcuni lavoretti con i cuori!

1-Ritagliare tre cuori su cartoncino di vari colori e praticare un foro con la fustella;

sovrapporli dal più grande al più piccolo e unirli con un fermacampione:

il messaggio si snoda e si scopre aprendo i cuori uno ad uno!





2-Colorare le parti, incollare a mo' di busta i due cuori;
scrivere il messaggio nel biglietto ,piegare e inserire
lasciando fuoriuscire le estremità.

Disegni da colorare o lavoretti? Puzzle di maschere di carnevale



Buon lavoro e divertitevi!












Maschere sarde da colorare

Mamuthones e Issohadores di Mamoiada,





Boes di Ottana

martedì 13 gennaio 2009

Una leggenda dell'inverno.



Leggende d'inverno: Piero Bargellini - La leggenda dei passeri
La leggenda dei passeriUna volta i passerotti abitavano nei boschi; avevano un bel vestito di piume variopinte e cantavano meravigliosamente.Venne una grossa nevicata. Il bosco restò sepolto; i campi attorno scomparvero sotto il coltrone bianco.I passerotti non avevano più da mangiare. Morivano di fame.Allora pensarono di emigrare verso il paese dove abitavano gli uomini.I primi passerotti partirono così in direzione del fumo che usciva dai camini accesi. Giunti in paese, si posero sugli arpioni delle finestre, sulle grondaie dei tetti e si misero a cantare.Gli uomini, a vedere quegli uccelli così variopinti e a sentirli così cantare, se ne invaghirono. Dettero loro la caccia. Parte ne ammazzarono, parte ne fecero prigionieri.Un solo passerotto riuscì a fuggire. Tornò al bosco tutto spaventato e disse agli altri uccelli:Il nostro bel vestito e il nostro canto melodioso attirano troppo il desiderio degli uomini. Se si vuole vivere iri pace bisogna essere più modesti. Lì per lì i passerotti del bosco protestarono. Essi non avrebbero mai rinunziato alloro vestito variopinto e al loro bel canto.Ma la fame si faceva sentire sempre più forte. O morire o rinunziare al bel vestito di piume colorate.Fu così che i passerotti mutarono aspetto. Si misero un povero vestito di piume grigie e si presentarono alla casa dell'uomo come tutti i mendicanti, facendo un solo verso: Cip, cip! - che vuoI dire: Buon dì. Buon dì! Allora l'uomo si commosse alla vista di quei poveri uccelli affamati e dette loro da mangiare.Da quel giorno i passerotti non abitarono più nel bosco, ma vissero attorno alle case degli uomini, vestiti modestamente e senza canto.

Graziosissima poesia sull'inverno E disegni da colorare

Carissimi bambini e bambine , scegliete il vostro pupazzo di neve(snowman),
colorate solo gli accessori, E...
memorizzate questa divertentissima poesia!






BIANCO INVERNO

BIANCO INVERNO CHE CI PORTI?
TANTI DONI HO QUI PER TUTTI:
FREDDO, NEVE, GHIACCIO E BRINA,
ALBERI SPOGLI, GELIDE MATTINE.
SE VI PIACE LA MONTAGNA,
IO VI PORTERO’ A SCIARE,
INDOSSATE GLI SCARPONI,
SCIARPE, GUANTI E UN BEL GIACCONE.
CON LA NEVE FRESCA E BIANCA
COSTRUIREMO UN PUPAZZONE.
SARA’ ALTO E COL PANCIONE,
UN SIMPATICO CICCIONE.
E SE PRENDIAMO IL RAFFREDDORE?
(ETCI’-ETCI’)UNA SPREMUTA DI AGRUMI
FARA’ BENE A TUTTE LE ORE.