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sabato 12 febbraio 2011

La Grecia sotto l'egemonia macedone

Alla notizia della morte di Alessandro, Atene si ribellò al dominio macedone, sotto la guida di Demostene e del generale Leostene, formando una coalizione con altre poleis. Antipatro sconfisse i Greci nella battaglia di Crannone (322), mentre la flotta macedone sconfisse quella ateniese presso l'isola di Amorgo (322). Atene dovette accogliere una guarnigione macedone sull'acropoli ed instaurare un regime oligarchico filomacedone guidato da Focione.
Dal momento che Alessandro era morto lasciando un figlio nato postumo, i suoi generali, i diadochi, cioè i successori di Alessandro, si contesero il controllo dell'impero di quest'ultimo. Alcuni, come Antigono Monoftalmo, miravano alla conservazione dell'unità dell'impero, mentre altri, in particolare Tolemeo e Cassandro erano interessati ad assicurare il proprio dominio su parti dell'impero. La contesa si protrasse per circa quarant'anni al termine dei quali si stabilizzarono tre grandi regni ellenistici, quello dei Tolemei in Egitto, dei Seleucidi in Asia e degli Antigonidi in Macedonia.
La Grecia si trovò alla mercé di questi nuovi regni, molto più potenti delle singole poleis, in particolare della Macedonia. Nel 267 Atene e Sparta si coalizzarono contro Antigono Gonata nella cosiddetta guerra cremonidea che si concluse nel 262 con la sconfitta delle due poleis e l'introduzione di una guarnigione macedone ad Atene.
Per arginare l'egemonia macedone in Grecia cominciarono a formarsi delle Leghe che raggruppavano più poleis, spesso su base etnica. La prima a costituirsi fu la Lega achea che dal 251 fu guidata da Arato di Sicione, il quale mise in seria difficoltà i Macedoni. Nel 243 gli Achei occuparono Corinto, mentre nel 229 scacciarono la guarnigione macedone da Atene.
Nel frattempo, Sparta stava conoscendo un periodo di rinascita legato soprattutto a due re che riformarono la città permettendole di giocare nuovamente un ruolo importante in Grecia. Tra il 243 ed il 235 Agide IV dette inizio alle riforme, le quali, osteggiate da molti Spartani, furono proseguite da un suo successore, Cleomene III. Quest'ultimo, salito al trono nel 227, dette inizio ad una politica estera aggressiva che mirava alla riconquista della Messenia ed alla ricostituzione della potenza spartana nel Peloponneso.
Allarmato dall'espansione di Sparta, Arato di Sicione, capo della Lega achea, preferì allearsi con la Macedonia per combattere Cleomene III. Nella decisiva battaglia di Sellasia (222), gli Spartani furono sconfitti da Arato e da Antigono Dosone, reggente del giovane re di Macedonia, Filippo V, e Cleomene fu costretto a fuggire in Egitto.
Poco dopo, la Macedonia dovette combattere una nuova guerra contro i Greci (220-217) che si concluse con la Pace di Naupatto, la quale fu l'ultima pace stipulata tra Greci (inclusi i Macedoni) senza l'intervento di una potenza straniera. Già allora si affacciava sul mondo greco la potenza emergente di Roma che avrebbe giocato un ruolo decisivo nei decenni successivi. Al momento di stipulare la pace, un certo Agelao di Naupatto disse che era opportuno che Greci e Macedoni smettessero di combattere tra loro poiché da occidente si stavano addensando pericolose nubi.

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